Il segretario provinciale del Partito Democratico, Fausto Tomasello, commenta con fermezza le recenti dichiarazioni del ministro Luca Ciriani, che ha attaccato la gestione del nuovo ospedale di Pordenone. Una critica che, secondo il PD, arriva con anni di ritardo da chi ha avuto in mano le leve del potere.
“Il bubbone è scoppiato”. Con queste parole il segretario provinciale del Partito Democratico Fausto Tomasello fotografa la crisi interna al centrodestra sulla gestione del nuovo ospedale di Pordenone.
Le dichiarazioni del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che ha criticato pubblicamente l’andamento dei lavori e la gestione delle risorse per il trasferimento dei reparti nel nuovo complesso ospedaliero, sono state accolte dal PD come un segnale chiaro di resa da parte della stessa coalizione di governo.
“Il ministro Ciriani denuncia il malgoverno della sanità ma si dimentica di farne parte. Si sveglia tardi – afferma Tomasello – e ora prova a prendere le distanze da un disastro che si consuma sotto gli occhi dei pordenonesi, causato da anni di scelte sbagliate e di silenzi assordanti.”
Secondo il Partito Democratico, non è solo il direttore dell’azienda sanitaria Antonutti ad essere indirettamente messo sotto accusa dalle parole del ministro, ma soprattutto l’assessore regionale alla Sanità, Riccardi, e con lui la stessa presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia.
“Toccherà a Fedriga – prosegue Tomasello – mettere insieme i cocci, perché è chiaro che questi attacchi sono segnali di un conflitto interno, che coinvolge anche pezzi del governo nazionale vicini alla premier Meloni.”
Per Tomasello, la crisi nella gestione del nuovo ospedale è l’esempio lampante del fallimento del centrodestra dopo sette anni di governo ininterrotto.
“Gli attacchi al centrosinistra – conclude – sono solo recriminazioni di maniera. Pensino a realizzare l’opera, senza continuare questo scaricabarile mediatico. E soprattutto, la smettano con le minacce: non si era mai visto un ministro che ipotizza il commissariamento di un’azienda sanitaria perché non ha fiducia nella gestione dei fondi statali. Se nemmeno tra loro si fidano, come possono chiedere la fiducia dei cittadini?”
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