Pordenone Capitale della Cultura 2027: un'opportunità per unire, non per dividere

Ora che Pordenone è stata ufficialmente proclamata Capitale Italiana della Cultura 2027, è tempo di lasciare alle spalle le polemiche e guardare avanti con spirito di apertura e collaborazione. Essere tra le finaliste è già una vittoria per tutte le città coinvolte, e per questo Pordenone dovrebbe invitare i sindaci degli altri comuni finalisti alla festa di proclamazione. La cultura è il più grande motore per costruire ponti di pace, e la nostra città deve dimostrarsi un modello di stile e condivisione.

Data di pubblicazione: 15/03/2025

Autore: Irene Pirotta

Dalle polemiche alla valorizzazione di un risultato straordinario

«È ora di mettere la parola fine alle polemiche e alle insinuazioni sull’immeritata vittoria di Pordenone», afferma Irene Pirotta, candidata al consiglio comunale con il Partito Democratico.

«Io che ho vissuto in altre città, da Milano a Roma, posso confermare che la vivacità culturale e associativa di Pordenone è un unicum. La nostra città ha meritato questo riconoscimento e ora ha la possibilità di dare visibilità al territorio intero, non solo a sé stessa».

Tra gli esempi virtuosi di chi ha saputo valorizzare la candidatura, Pirotta cita il caso di Gallipoli, il cui sindaco Stefano Minerva ha riconosciuto il valore della partecipazione stessa come un’occasione di crescita per la città. Questo era lo spirito della competizione, e tutti sapevano che arrivare in finale significava aver attivato una rete territoriale che resterà come vera eredità di questa esperienza.

Ora, Pordenone deve essere un esempio di stile e inclusione.

Invitare i sindaci delle città finaliste: un segnale di apertura

Se l’amministrazione comunale sta organizzando una festa per celebrare la vittoria, dovrebbe cogliere l’occasione per invitare i sindaci degli altri comuni finalisti, assieme ai dirigenti comunali responsabili del procedimento. Sarebbe un gesto di grande apertura e rispetto, che rafforzerebbe il valore di questa vittoria e consoliderebbe le relazioni con altre realtà culturali.

  • Dare un segnale di rispetto e condivisione, dimostrando che la cultura è un’opportunità per tutti.
  • Mostrare Pordenone come esempio di stile e collaborazione, evitando divisioni inutili.
  • Sfruttare questa occasione per promuovere la città come punto di riferimento culturale del Friuli Venezia Giulia.

«Ora è il tempo della festa e di gestire le relazioni tendendo la mano, non creando divisioni» ribadisce Pirotta.

La proclamazione di Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027 è un’occasione straordinaria per costruire ponti anziché muri. Ora serve spirito di condivisione e visione strategica.

Invitare i comuni finalisti alla celebrazione sarebbe un segnale forte di maturità e apertura, mostrando che Pordenone vuole essere Capitale della Cultura non solo per sé stessa, ma per tutto il Paese.

«Ricordiamolo tutti: la cultura è il più grande motore per costruire ponti di pace» conclude Irene Pirotta.

Irene Pirotta

Irene Pirotta è candidata al consiglio comunale con il Partito Democratico di Pordenone. Da sempre attenta ai temi della cultura e della vivibilità urbana, crede in una città aperta, inclusiva e capace di valorizzare il suo patrimonio culturale senza divisioni o polemiche sterili.

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